“Vendere è trasferire emozioni. Se io non mi fido abbastanza di te da credere alla tua storia, non ti ascolterò” (Seth Godin)
“Se ti prenderai cura dei tuoi dipendenti, loro si prenderanno cura dei tuoi clienti. C’è bisogno di una forza lavoro impegnata, coinvolta e motivata per produrre un prodotto o fornire un servizio di prima classe e costruire così un’impresa sostenibile e di successo” (Richard Branson)
Stiamo vivendo un’epoca segnata dall’innovazione, non solo tecnologica ma anche di pensiero e di struttura per l’azienda, in cui (finalmente) il concetto di cliente e talento si sta sovrapponendo sempre di più, consentendo di focalizzarci sul valore della comunicazione in termini di coinvolgimento e partecipazione con le caratteristiche distintive del Brand (valori, missione, visione, purpose = Brand Promise).
Questa innovazione di pensiero impatta, quindi, anche chi fa della comunicazione il suo lavoro all’interno dell’azienda: l’HR che sempre più deve imparare ad essere comunicatore di valore con le persone che già costituiscono il cuore (e l’anima) dell’azienda, ma altresì deve comprendere quali sono gli aspetti di maggior attrattività della propria realtà aziendale, così da poterli “vendere” ai Talenti con i quali dovrà interfacciarsi all’interno della strategia di Employer Branding.
Cosa significa imparare a “vendere” per un HR?
Per farlo, però, è necessario comprendere il valore dell’evoluzione in questo campo, oltre che conoscere i nuovi bisogni che stanno impattando il mercato del lavoro.

Partendo, in primis, dal fatto che è cambiata la realtà sociale nella quale viviamo e all’interno della quale le imprese operano: una società, quella odierna, definita addirittura “liquida” dal sociologo e filosofo Zygmunt Bauman.
Sicuramente una società completamente differente rispetto anche solo a quella della generazione precedente (Generazione X o Baby boomers) e che considera importanti valori, obiettivi, atteggiamenti, scopi, ecc., molto diversi rispetto a quelli individuati come fari-guida nelle società precedenti.
Proprio questa diversità generazionale nelle diverse epoche, apre un primo importante punto di auto-analisi per le aziende: come posso operare agilmente ed essere attrattivo nella nuova società, senza perdere le mie caratteristiche fondanti?
Sicuramente non è una domanda banale, ma rispondervi non è impossibile come potrebbe sembrare.
È molto più ‘semplice’ di quanto si pensi se questa domanda è affrontata e vissuta con l’insieme di persone che già vivono all’interno dell’azienda.
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